Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva: cos’è e a cosa serve?

Stimolazione magnetica transcranica ripetitiva: cos’è e a cosa serve?

Tra i numerosi trattamenti per molti disturbi emotivi come ansia e depressione, ma anche neurologici come la riabilitazione dopo un ictus, nella cefalea muscolo-tensiva, nel Parkinson o a seguito di un trauma cranico, in Casa di Cura S.Anna abbiamo introdotto la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva, un trattamento di riabilitazione indolore e non invasivo. Cos’è e a cosa serve?

A cura di dr. Marco Ermete Boido, neuropsicologo ambulatoriale presso Casa di Cura S.Anna

Cos’è e a cosa serve la Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva?

Come descrivono diverse pubblicazioni e autori, la stimolazione magnetica transcranica è usata in psichiatria per la cura della depressione e per il trattamento dei sintomi legati all’ansia e nei disturbi dell’alimentazione (Bersani, Minichino, Enticott, 2013), mentre in Neurologia è utile per la riabilitazione post stroke (ictus), nel trauma cranico, nella cefalea muscolo tensiva, nel Parkinson e nel trattamento degli acufeni (Rossi, Hallett, Rossini, Pascual-Leone, 2009). 

In generale, in ambito clinico la stimolazione magnetica transcranica è utilizzata per la riabilitazione cognitiva post stroke (ictus) o trauma cranico, ma anche per il migli

oramento della circolazione cerebrale e delle funzioni cognitive in presenza di:

  • Depressione resistente ai farmaci
  • Depressione Post partum 
  • Obesità (agendo nella modulazione dei circuiti della ricompensa che in questo disturbo tendono a far ripetere una serie di comportamenti errati)
  • Depressione associata a disturbi metabolici
  • Depressione in cui i farmaci debbano essere evitati (insufficienza epatica, renale etc.) 
  • Depressione Stagionale
  • Autismo
  • Schizofrenia
  • Allucinazioni uditive
  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo
  • Afasie
  • Dolore, incluse le cefalee
  • Parkinson
  • Tinnitus (Acufene)
  • Esiti di ictus (post stroke)
  • Esiti di trauma cranico.

 

Come funziona la stimolazione Magnetica Transcranica nella riabilitazione da ictus?

La stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) usa uno speciale apparecchio che, al momento opportuno, ovvero quando viene azionato il trigger per la stimolazione, scarica un impulso elettromagnetico verso un sensore (coil) posizionato sul capo del paziente in corrispondenza della regione del cervello da stimolare. A sua volta il sensore produce un’onda magnetica, fornendo così, per un breve periodo di tempo, energia a livello cerebrale che modifica le funzioni cognitive dell’area stimolata. Lo stimolo magnetico produce una risposta sonora, simile ad una serie di clic e una sensazione tipo formicolio sul cuoio capelluto.

Nella riabilitazione post ictus, la rTMS è applicata per inibire la corteccia motoria dell’emisfero sano che, in seguito all’ictus, prende il sopravvento sulla corteccia motoria dell’emisfero leso e può interferire con il suo funzionamento. Il nostro metodo è stato sviluppato per essere usato in combinazione con le classiche tecniche di riabilitazione motoria. La stimolazione magnetica transcranica, infatti, è in grado di creare uno stato transitorio in cui la corteccia motoria lesa, liberata dall’interferenza della corteccia motoria sana, diventa più attiva e plastica, cioè più “aperta” alle esperienze e a ri-apprendere i movimenti, beneficiando maggiormente delle tecniche di riabilitazione motoria. Gli esercizi, praticati con il fisioterapista, a loro volta aumentano e stabilizzano l’attività della corteccia motoria lesa, creando così un circolo virtuoso duraturo (Caglayan et al., 2019; Barwood et al., 2010)

Si ottengono buoni risultati in associazione con altre terapie come la fisiochinesiterapia, i farmaci per via orale e la terapia infiltrativa con tossina botulinica (Witteveen, Kerkhoffs, Den Broeder, Sierevelt, & Hofstad, 2013).

 

Quanto dura una seduta e quante sedute servono?

Ogni seduta di rTMS dura circa un’ora, comprende anche un contestuale colloquio psicoterapico. Il ciclo di cure ha durata variabile in relazione alle singole necessità, ma in media, il primo ciclo è di 4-5 settimane e consente spesso di valutare già i primi miglioramenti. Dopo il primo ciclo, se necessario, viene fissato l’appuntamento per il proseguimento della cura, per i controlli in ambulatorio e per eventuali indicazioni terapeutiche personali e familiari.

 

 

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